Salerno: il Fiume Irno inquinato alla foce
La denuncia di Goletta Verde

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I punti più inquinati sono sempre quelli in corrispondenza di canali e foci di fiumi e torrenti che continuano a sversare in mare scarichi non adeguatamente depurati.
Ben il 64% delle acque della Campania è risultato inquinato o fortemente inquinato.
Goletta Verde di Legambiente ha registrato ben 20 punti di mare critico nella nostra regione su 31 in totale.
I punti più inquinati sono sempre quelli in corrispondenza di canali e foci di fiumi e torrenti che continuano a sversare in mare scarichi non adeguatamente depurati.
Il Fiume Irno a Salerno
E’ il caso, ad esempio, della foce del fiume Irno a Salerno, del fiume Sarno tra Castellammare e Torre Annunziata, della foce dei Regi Lagni a Castelvolturno, della foce del canale di Licola a Pozzuoli e della foce del torrente Asa a Pontecagnano giudicati “fortemente inquinati” per il nono anno consecutivo.

Il monitoraggio di Goletta Verde prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.
Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare.
Legambiente segnala di aver presentato complessivamente esposti alle Capitanerie di Porto per nove località: a Pozzuoli (Lido di Licola); alla foce del fiume Sarno e alla foce dell’Irno a Salerno, foce regi Lagni a Castelvolturno; per la foce dell’Alveo Volla a San Giovanni a Teduccio; la foce del fiume Picentino tra Salerno e Pontecagnano Faiano; la foce del Tusciano a Battipaglia; del Rio Arena tra Castellabate e Montecorice e del fiume Bussento a Policastro Bussentino.
La cartellonistica: assente, ma obbligatoria
Male la Campania anche per quanto riguarda la cartellonistica informativa, praticamente assente ma obbligatoria da anni per i comuni e che dovrebbe avere la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare. I tecnici di Goletta Verde hanno avvistato in Campania soltanto un cartello rispetto ai 31 punti analizzati (alla foce del fiume Picentino, punto dove insisteva anche il cartello di divieto di balneazione). A questa già complessa situazione si aggiunge anche il degrado e la presenza di rifiuti riscontrati in oltre il 90% dei punti monitorati lungo la costa campana.La causa di questi risultati è sicuramente da attribuire alla mala depurazione di cui ancora soffrono vaste aree del nostro Paese. Sulla depurazione, infatti, l’Italia è oggetto di due condanne europee e di una terza procedura d’infrazione che riguardano complessivamente 909 agglomerati urbani, di cui il 25% in Sicilia (231 agglomerati), 143 in Calabria (16%), e 122 in Campania (13%).
“La Campania- denuncia Legambiente– risulta la peggiore a livello nazionale per numero d’infrazioni contestate dalle forze dell’ordine riguardanti depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti: sono 1.347 reati, il 22,1% del totale nazionale con un incremento del 43% rispetto lo scorso anno e con un exploit per quanto riguarda le persone denunciate o arrestate ben 1419(+23,2%) e per numero sequestri 526(+16,8)”.
Redazione